Foulard: il sincretismo grafico di Carla Crosta alla Triennale di Milano

Carla Crosta, foulard, 1979

Come rendere un capo classico contemporaneo? O meglio, come far si che un accessorio non passi mai di moda, non diventi necessariamente vintage bensì so confermi col passare del tempo marchio di un determinato status? Bene, se avete in mente Colazione da Tiffany (1961) con la splendida Audrey Hepburn o uno dei tanti film di Hitchcock come Caccia al ladro (1955) con l’eterea Grace Kelly c’è sicuramente un particolare accessorio che vi balzerà agli occhi.

Grace Kelly

Audrey Hepburn

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Simbolo per eccellenza di eleganza ha letteralmente “spopolato” nella “hit parade” dei capi più venduti negli anni ’50 diventando, ad oggi, addirittura marchio di intere collezioni, come ad esempio Hermes che ha addirittura raccolto in un libro 101 modi per portare un foulard.

Carla Crosta, foulard, 1966

In Italia si apre dal 22 giugno fino all’11 settembre alla Triennale Design Museum a Milano la mostra dedicata a Carla Crosta, foulard dal 1966 al 1999. Disegnatrice raffinata di questo capo multiuso, quanto talvolta indispensabile accessorio, riporta nelle proprie creazioni quello che Silvana Annichiaro, Direttrice del museo, definisce come “echi della grande lezione figurativa delle avanguardie novecentesche, da Klee a Kandinsky”. Una raccolta di lavori che vanno dagli esordi del 1966, dopo aver studiato scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, e avere seguito il corso di Giacomo Manzù, fino agli ultimi lavori grafici del 1999.

Foulard di Carla Crosta su Derby Bazaar, 1969

Carla Crosta, disegnatrice di tessuti poliedrica, che spazia dall’abbigliamento all’arredamento, dagli accessori alla biancheria per la casa, ed ha collaborato con varie aziende come Fiorio, Gucci, Bassetti, Marcato, ViBiEffe, è celebre per saper utilizzare con assoluta consapevolezza i materiali più disparati come ad esempio la carta che diventa elemento cardine per una borsa o un cappello. Non sono da meno l’uso intelligente di materiali riciclati quali la carta di giornale, sacchetti di plastica, che creano efficaci collage e patchwork di materiali poliedrici. Il foulard entra appieno nell’abbigliamento, grazie alla sua composizione, e diventa il fiore all’occhiello della disegnatrice, che ha riesce a rendere il provenzale foulat, in francese foulé, capace di declinarsi sia in chiffon da taschino, grande e in seta da collo, vasto, colorato, da annodare alla borsetta o da stringere intorno alle spalle, sia in elemento che disegna il corpo con la sua forma, materia, stampa, grafica.

Carla Crosta, foulard, 1989

Nei disegni di Carla Crosta “ci trovi l’espressionismo statunitense di Franz Kline e Kenneth Noland ma anche le straordinarie creazioni di Anni Albers. Oriente e occidente, antico e moderno, folk e pop: il sincretismo (non l’eclettismo) come segno forte di una pratica artistica e culturale di indubbia originalità” (Silvana Annicchiarico). Un connubio tra arte e design non sempre facilmente sottolineato ma che Carla Crosta sposa in maniera magistrale. E chissà se quest’anno tornerà di moda il foulard alla Audrey Hepburn, ma attenzione a non fare la fine di Isadora Duncan!

 




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